La coscienza del bambino

Tutto appariva nuovo e strano all'inizio, estremamente raro, piacevole e bello. Io ero un piccolo straniero il cui arrivo nel mondo era salutato e circondato da innumerevoli gioie. La mia conoscenza era divina; intuivo quelle cose che ho poi raggiunto grazie al più elevato intelletto dopo la mia apostasia. La mia ignoranza era un vantaggio, facendomi sembrare nello stato di innocenza. Tutte le cose erano immacolate, pure e gloriose; le sentivo infinitamente mie, gioiose e preziose. Non conoscevo alcun peccato, rivendicazione o legge. Non immaginavo povertà, contese o vizi. Tutte le lacrime e le discussioni erano nascoste ai miei occhi. Tutto era immobile, libero e immortale. Non conoscevo alcuna malattia né morte. In assenza di tutto ciò ero divertito come un angelo con le manifestazioni divine nel loro splendore e gloria, vedevo ogni cosa nella pace dell'Eden; il Paradiso e la Terra cantavano le lodi del mio Creatore, e suonavano per me la stessa melodia di Adamo. Tutto il tempo era Eternità, un perpetuo Sabbath. Non è strano che un bambino debba essere l'erede del mondo intero e vedere quei misteri mai rivelati nemmeno nei libri dei saggi?


Thomas Traherne (poeta e teologo metafisico inglese) in The poetical works of Thomas Traherne, 1636-1674, edited by Bertram Dobell (1906) Trad. E.V.