L'immortalità dell'essere umano

C'è nell'uomo una conoscenza naturale istintiva della propria immortalità. Questa conoscenza non è iscritta nella sua intelligenza, è iscritta nella sua struttura ontologica; essa non è radicata nei principi del ragionamento ma nella nostra stessa sostanza. Di questa conoscenza l'intelletto può prendere coscienza in maniera indiretta e per mezzo di una certa riflessione, per mezzo di un certo ritorno del pensiero sui recessi della soggettività umana. L'intelligenza può anche ignorare questa conoscenza istintiva e restarne incosciente, perché la nostra intelligenza é naturalmente rivolta o distratta verso l'essere delle cose esteriori. Essa può anche negare l'anima e l'immortalità in virtù di un assortimento qualunque di idee di ragionamenti. Tuttavia, quando l'intelligenza di un uomo nega l'immortalità, quest'uomo nonostante le sue convinzioni razionali continua a vivere sulla base di una supposizione incosciente e per così dire biologica di questa stessa immortalità che egli al tempo stesso nega nella sua ragione.


Jacques Maritain (filosofo francese) in Da Bergson a Tommaso D'Aquino (1947)