In tutto abita il divino

Ciò che caratterizza Cusano e Bruno è il passaggio dai problemi interiori dell'uomo al tutto, la speranza di trovare in questo una vita più ampia è più vera, l'esortazione a spogliarsi dell'angusta particolarità umana per immedesimarsi con la realtà infinita. Il tutto ha però un così alto valore solo come espressione dell'essere divino; la dedizione al tutto ha quindi uno sfondo religioso e da questo riceve una specie di ardore spirituale. Con il Neoplatonismo e con la Mistica ogni essere delle cose è posto in Dio, l'essere assoluto. Ma questo pensiero è volto ora verso un indirizzo nuovo ed opposto. Un'età sfiduciata aveva dall'unità del mondo in Dio tratto l'impulso a risalire rapidamente all'origine ultima e ritrarsi dalla varia molteplicità apparente nel seno dell'Unità eterna: una generazione nuova, in cui rapida pulsa la vita, vede in essa l'esortazione ad avvicinarsi al mondo, a gioire con tutto il cuore della sua ricchezza, poiché in tutto abita il divino e da tutte le parti scintilla a noi dalle cose. La presenza di Dio vale ora come una sorgente di maggiore unità ed armonia del mondo, di una più profonda vita interiore delle cose.


Rudolf Christoph Eucken (filosofo e scrittore tedesco, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1908) in Die Lebensanschauungen der großen Denker (1890) trad. ita. La visione della vita nei grandi pensatori (1907)